Gesti gentili alle loro parole gentili
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei ladroni i quali, dopo averlo spogliato e coperto di ferite, se ne andarono lasciandolo mezzo morto. (Luca 10:30)
Così inizia la parabola del Buon Samaritano, una delle storie più note della Bibbia e forse della letteratura. Nella storia, vari Giudei molto pii passano accanto allo sfortunato viaggiatore, ma non fanno niente per aiutarlo. Alla fine, un Samaritano, membro di un gruppo etnico e religioso disprezzato dagli Ebrei dei tempi di Gesù, ha compassione della vittima, fascia le sue ferite e lo porta in una taverna, dove promette di coprire tutte le spese necessarie per curarlo.
Con la storia del Buon Samaritano, Gesù insegnò che il nostro prossimo è chiunque abbia bisogno del nostro aiuto, a prescindere da razza, credo, colore, nazionalità, condizione o paese. I vangeli parlano di molte volte in cui Gesù provò compassione per le folle o per alcuni individui e li aiutò.
Le persone compassionevoli non si limitano a pregare ma agiscono e abbinano gesti gentili alle loro parole gentili. È quello che fece il Buon Samaritano. È quello che fece Gesù. È quello che ognuno di noi può sforzarsi di fare nella propria vita e nella propria cerchia. —Ronan Keane [1]
Che aspetto ha l’amore? Ha occhi per vedere povertà e miseria. Ha orecchie per udire i singhiozzi e le sofferenze degli uomini. Ha mani per aiutare gli altri. Ha piedi per correre ad aiutare i poveri e i bisognosi. —Sant’Agostino
[1] Contatto Essere la differenza